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lunedì, gennaio 12, 2015

Collaborazioni #1: Le spade dell'imperatore di Brian Staveley

Buona sera, bloggers e lettori! Questo post inaugura la collaborazione con la casa editrice Gargoyle Books, una casa editrice che pubblica svariati generi, tra cui il fantasy. Il libro che vi presento oggi è "Le spade dell'imperatore" di Brian Staveley. Qui sotto troverete tutte le informazioni che vi servono. Buona lettura!

Titolo libro: Le spade dell'imperatore
Autore: Brian Staveley
Genere: Epic Fantasy
Collana: Extra
Pagine: 619
Costo: 19,50 €
Titolo originale: The Emperor’s Blades,traduzione di Stefania Minacapelli

Sinossi:
Quanto potente può essere la mente?
Quanto resistente il corpo?
Quanto tenace la brama della verità?
Nell’Impero del Trono Incompiuto, tre fratelli sono in cerca di giustizia

L’omicidio dell'Imperatore getta nel caos la città di Annur, capitale del Regno.
Chi ha ucciso il vecchio Sanlitun?
I suoi tre figli devono prepararsi a smascherare una congiura dai mille risvolti, uno più insidioso e micidiale dell’altro, mentre la distanza fisica che li separa costituisce un ulteriore ostacolo alla loro volontà di giustizia.
Adare, la primogenita, è rimasta a fianco al padre, interna al Palazzo dell’Aurora, in qualità di Ministro delle Finanze; avvezza a interpretare le scaltrezze della politica, deve fronteggiare l’influenza tentacolare di Uinian IV, il Sommo Sacerdote di Intarra, divinità della luce, del Sole, del Fuoco e delle Stelle.
Kaden, l’erede al Trono Incompiuto, è confinato in un monastero di una sperduta località montuosa, dove è iniziato dai monaci Shin al vaniate, una condizione che, attraverso la pratica della smaterializzazione del corpo e dello spirito, potenzia le facoltà mentali, ma che, se non gestita con l’autodisciplina, può risultare letale.
Valyn, invece, si trova da anni nel lontano arcipelago Quirin, dove si svolge il durissimo addestramento per diventare membri dei kettral, l’élite militare del Regno. Le prove cui sono sottoposti i cadetti sono d’indicibile durezza e si concludono con la Prova di Hull, il cui superamento è imprescindibile per entrare a tutti gli effetti nel prestigioso corpo di guerrieri.
La sorte dei tre giovani e dell’intero popolo annuriano verrà decisa in una brutale lotta contro nemici ignoti e sotto l’egida di un’antica e feroce stirpe immortale.
Primo Libro della trilogia “Cronache del Trono Incompiuto”, Le spade dell’Imperatore è un fantasy epico contraddistinto da un’architettura di notevole raffinatezza e da una una trama avvincente e densa di rimandi (l’Impero Romano d’Oriente, la Cina imperiale di epoca Tang, i ninja giapponesi, senza dimenticare la tradizione fantastica angloamericana che va da Tolkien a Joe Abercrombie, passando per Martin e Gemmell). Il romanzo sviluppa in maniera suggestiva, da un lato, il tema universale della lotta al potere e del ruolo – sottile e crudele – della congiura a scapito di qualsiasi afflato etico, dall’altro il grande topos della dualità forza mentale/forza fisica. Ambiguità morale, personaggi chiaroscurali, decisioni complesse, invasioni, soprusi, sortilegi, profezie e riti magici contribuiscono alla creazione di un universo fantastico di spiccata vividezza, che appaga la lettura al punto di non desiderare altro che prolungarla conoscerne il seguito.

Da Le spade dell’Imperatore:
Ci sono due mondi, quello della vita e quello delle tenebre, e non si può vivere in entrambi. […] Sembrava una buona lezione per un Kettral, una lezione che non si sarebbe mai potuta imparare sulla terra, né in mille giorni passati a tirare di scherma o a sganciare barili; il tipo di lezione che doveva entrare nelle ossa. «Un mondo di vita e un mondo di tenebre», mormorò Valyn tra sé, vagamente consapevole di cominciare a delirare. Non c’era nulla da fare, nient’altro se non spingersi nelle viscere della terra, giù, giù, giù all'infinito, oltre le biforcazioni e le diramazioni, guadando con l’acqua alla vita i fiumi sotterranei, arrampicarsi sulle sporgenze rocciose, a volte camminando, altre strisciando finché le ginocchia i palmi delle mani non diventavano appiccicosi di sangue.

Hanno detto:
Un romanzo sorprendentemente emozionante, con personaggi capaci di far sentire il lettore completamente coinvolto.
(Sara Prian – La Voce di Venezia)

L’elemento forse più interessante della storia di Staveley è che la razza umana altro non è che una forma corrotta, mortale e in balìa dei sentimenti, di una stirpe superiore – i Csestriim –, una mutazione che, con la sua prolificità, ha preso il sopravvento.
(Stefano Sacchini – Cronache di un sole lontano)

Staveley regala ai suoi lettori un universo vivido e viscerale. Irresistibile.
(The New York Times)

Un fantasy dal ritmo mozzafiato e dalla trama sorprendente.
(Publishers Weekly)

SULL'AUTORE
Dopo aver insegnato Letteratura, Religione, Storia e Filosofia, materie d’indubbia influenza sulla sua poetica narrativa,Brian Staveley si dedica completamente alla scrittura. Consegue un master in Scrittura creativa alla Boston University, lavora come editor per Antilever Press e pubblica saggi e poesie.
Le spade dell’Imperatore costituisce il suo felice esordio nella narrativa fantastica ed è il primo capitolo di una trilogia intitolata “Le Cronache del Trono Incompiuto”, di cui in USA è imminente l’uscita del secondo episodio, The Providence of Fire.
Staveley vive nel Vermont con la moglie e il figlio.

Vi lascio con una citazione tratta da questo bellissimo romanzo fantasy che va ad aggiungersi alle millemila romanzi fantasy che devo ancora leggere: "Ci sono due mondi, quello della vita e quello delle tenebre, e non si può vivere in entrambi. […] Sembrava una buona lezione per un Kettral, una lezione che non si sarebbe mai potuta imparare sulla terra, né in mille giorni passati a tirare di scherma o a sganciare barili; il tipo di lezione che doveva entrare nelle ossa. «Un mondo di vita e un mondo di tenebre», mormorò Valyn tra sé, vagamente consapevole di cominciare a delirare. Non c’era nulla da fare, nient’altro se non spingersi nelle viscere della terra, giù, giù, giù all'infinito, oltre le biforcazioni e le diramazioni, guadando con l’acqua alla vita i fiumi sotterranei, arrampicarsi sulle sporgenze rocciose, a volte camminando, altre strisciando finché le ginocchia i palmi delle mani non diventavano appiccicosi di sangue."

Giada
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