giovedì, dicembre 04, 2014

Focus on the novel #2: Angelize di Aislinn

Buona sera a tutti, bloggers e lettori! Questa sera vi presento l'intervista incentrata su Angelize di Aislinn, un romanzo che come sapete ho amato tantissimo e di cui aspetto di leggere il seguito non appena gli esami universitari mi avranno dato un po' di pace. Nel frattempo vi delizio con questa intervista, mi raccomando, leggetela e leggete soprattutto i libri di Aislinn, sapete che ve li straconsiglio!

G: Benvenuta nella nuova rubrica di “Fantasticando sui libri”, Aislinn! Lo scopo di “Focus on the novel” è di scoprire i processi creativi che portano uno scrittore a creare il proprio romanzo, le difficoltà che questi incontra durante la stesura e le cose o le persone alle quali si ispira per scrivere determinati personaggi o scegliere determinate ambientazioni. Innanzitutto, com’è nata l’idea di scrivere il romanzo?
A: Angelize nasce da un racconto che ho scritto nel 2010 per un'antologia a tema angeli. Non avevo mai affrontato questo argomento e volevo trovare uno spunto che andasse oltre i classici «angelo innamorato di bella ragazza» o «fermiamo l'Apocalisse incombente». Così mi sono chiesta: chi sono gli angeli per le persone comune? I custodi, quelli che si invoca per protezione e che si insegna ai bambini a pregare. Allora ho pensato: e se invece che proteggere le persone, gli angeli le ingannassero?... Da qui è nata l'idea di angeli incorporei che spingevano al suicidio gli uomini per ottenere il diritto di nascere in un corpo umano, mentre le persone che erano morte in questo modo avrebbero preso il posto degli angeli. Voleva anche essere una celebrazione della vita – nella sua concretezza, nelle sue passioni, nelle sue debolezze.

G: Perché hai scelto di rendere gli angeli i protagonisti di Angelize? 
A: Be', l'idea del racconto mi era piaciuta, scriverlo mi aveva divertito molto e già allora era comparso, anche se in versione «primitiva» e meno complessa, Haniel, un personaggio che mi ha conquistato. È stato inevitabile proseguire la storia e trasformarla in Guerrieri della notte tra angeli puri e i «mezzi angeli», gli uomini ingannati, ansiosi di vendicarsi a colpi di spranga di ferro...
romanzo. E poi volevo a tutti i costi vedere una lotta in stile

G: Com’è nata l’idea di creare due opposte fazioni di angeli? 
A: È sorta in modo naturale dalla «mitologia» che ho raccontato nelle risposte precedenti. Una volta stabilito che alcuni angeli avrebbero ingannato gli esseri umani, il mio interesse si è rivolto proprio a questi ultimi, per indagare le loro reazioni, il modo in cui avrebbero affrontato la loro nuova condizione di «ibridi», come avrebbero lottato o si sarebbero invece rassegnati.

G: A che cosa ti sei ispirata per scrivere (i dipinti, la Bibbia, un quadro ecc.)? 
A: Come atmosfere, a due opere: Dogma di Kevin Smith, un film che adoro, e Buona Apocalisse a tutti! di Gaiman e Pratchett, il romanzo che ho amato di più di entrambi. Poi determinati aspetti del libro sono sorti da elementi cristiani (come il De contemptu mundi di Lotario di Segni, o la tradizione sulla caduta di Lucifero) o pagani e neopagani (la rappresentazione della Dea) e da esperienze personali.

G: Penso di far parte del più grande Fandom che tifa per Rafaniel (Rafel+Haniel). Qual è la tua coppia di Angeli o Non-Angeli preferita? 
A: Be', ho un debole anch'io per quei due, Haniel e Rafael. Mi è piaciuto moltissimo mostrare il loro rapporto, l'evoluzione che ha, cercando di renderlo il più possibile credibile e naturale, senza forzature. Nessuno dei due è pronto ad ammettere quello che prova, perciò la sfida è stata mostrarlo semplicemente dai loro gesti, comportamenti, accenni, senza che parlassero mai apertamente di «amicizia», «amore» o altro.

G: Per quale coppia tifi? 
A: Questo sarebbe spoiler... leggete e vedrete ;-)

G: Qual è il tuo personaggio preferito? 
A: Due: Haniel e Uriel. Ovvero il matto dal carattere «incasinato» e l'angelo puro che cade e impara ad apprezzare la vita degli esseri umani e si mette in discussione, in contrasto con la tipica «inflessibilità» degli angeli puri come lui.

G: In quale personaggio ti ritrovi maggiormente? 
A: So che la risposta è inquietante, ma la prima che mi viene in mente è Haniel... In realtà, nessuno dei personaggi rappresenta me in toto, ma in diversi di loro vi sono alcuni aspetti di me, pregi, difetti, paure e così via, come credo che sia naturale. Per esempio, se Uriel diventa nella seconda parte il portatore della mia filosofia, per certi versi, con Haniel condivido... la mancanza di autostima dei momenti peggiori, la tendenza autodistruttiva, il linguaggio diretto, tra sarcasmo e parolacce, e un pizzico di follia... tutte cose che, non preoccupatevi, tengo a bada meglio di lui! Con Rafael condivido il desiderio di fare la cosa giusta, e contemporaneamente la sensazione di non essere mai «abbastanza». E con Hesediel... quello che non voglio essere. Una parte oscura, diciamo così, di cui mi sono liberata, esattamente come lui si «libera» dell'abitudine a stare con una donna che non amava più solo perché era la cosa più semplice.

G: So che ascolti la musica per scrivere, puoi dirci qualche titolo delle canzoni che ti hanno maggiormente aiutata durante la stesura di Angelize? 
A: La musica è indispensabile nella mia vita, e ancora di più quando scrivo: mi isola dal resto del mondo e funziona come una colonna sonora esattamente come nei film. Per entrambi gli Angelize, la soundtrack portante sono stati 30 Seconds To Mars e Within Temptation. Dei primi, per esempio, A beautiful lie è la canzone di Haniel, R-Evolve di Hesediel, Stranger in a strange land di Lucifero, mentre Hurricane è il brano che riassume l'intera storia. Dei Within Temptation citerei Angels, ispirazione per il racconto di cui vi ho parlato, The heart of everything per Mikael, The truth beneath the rose per Uriel, l'accoppiata Murder e A demon's fate per il finale di Angelize II... Ma potrei citare anche brani di altri gruppi, come Open your eyes dei Guano Apes che esprimeva bene la contrapposizione tra i due gruppi di angeli nel primo romanzo, Not as we di Alanis Morissette che era adatta a Rafael, Alza il corno dei Folkstone che per me ricordava la Dea. Ce ne sono molte altre; entrambe le colonne sonore le trovate sul mio blog http://aislinndreams.blogspot.it/

G: Quali attori o cantanti fanno parte del tuo Dreamcast? 
A: Anche il cast completo lo trovate nel mio blog, con la spiegazione dei motivi e curiosità sui personaggi; qui posso citare almeno i protagonisti. Haniel è Jared Leto, Rafael è Ben Barnes, Hesediel è Aidan Turner, Mikael è Jude Law, Lucifero è Tomi Joutsen degli Amorphis, Uriel è Eric Stoltz, la Dea è Tilda Swinton. Per me è naturale cercare un volto che incarni l'immagine che ho dei personaggi: vorrei solo saperli disegnare, ma purtroppo matite e pennelli non fanno per me! Fortunatamente diversi lettori e lettrici mi hanno mandato i loro disegni, ed è una cosa che mi emoziona sempre.

G: Ora parliamo invece dei cattivi, ovvero gli Angeli Puri che nel romanzo vogliono uccidere i Mezzi Angeli. A cosa ti sei ispirata per crearli? 
A: Gli angeli puri, con Mikael in testa, dovevano essere i soldati dell'unica Verità, dal loro punto di vista. Pertanto sono inflessibili, implacabili, inarrestabili. Volevo mostrare le aberrazioni di una fede cieca e incapace di compassione, di un fanatismo senza compromessi. Non mi sono ispirata a qualcosa di particolare, ho rappresentato piuttosto qualcosa che mi fa paura: la mancanza di empatia nei confronti dei più deboli, l'incapacità di ascoltare le ragioni altrui, l'assolutismo che non vacilla nemmeno di fronte all'evidenza.

G: Il tuo Angelo preferito qual è? 
A: Tra i puri, come detto, Uriel, perché riesce a comprendere i propri errori e a trovare una nuova strada, una nuova definizione del proprio essere un guerriero e un «custode» per gli esseri umani.

G: Invece qual è il tuo Mezzo Angelo preferito? 
A: Come detto sopra, senz'altro Haniel. Adoro stare nella sua testa... è come salire sulle montagne russe!

G: Mikael avrà di nuovo il ruolo di leader nel secondo libro o avrà un ruolo minore? 
A: Mikael dovrà affrontare qualcosa che non ha mai sopportato e che mai avrebbe pensato di dovere un giorno affrontare: la debolezza della carne, che per lui, a causa di Lucifero, si traduce in una vera e propria schiavitù. Naturalmente, Mikael non lo accetta e farà di tutto per liberarsi. Il suo ruolo e la sua posizione sono molto diversi, dunque, ma ha anche più spazio: utilizzo in diverse scene il suo punto di vista, quindi potrete conoscerlo più da vicino. E calarmi nella sua testa è stata una sfida non facile, ma che mi ha ripagato. Ho amato mostrarlo dall'interno e descrivere le sue reazioni alla sua nuova condizione – da come affronta la sofferenza a come si pone nei confronti della fame e della sete, per esempio. È un personaggio negativo, ma ha un suo eroismo tragico che gli va riconosciuto.

G: Cosa succederà nel secondo libro? Puoi darci qualche indizio? 
A: Be', non voglio dare spoiler. Posso solo dire che la partita, nel primo Angelize, si giocava a due: angeli puri contro ibridi, i primi intenzionati a schiacciare i secondi, che cercavano invece un modo per sopravvivere e riappropriarsi della vita. Nel nuovo volume entra in campo un terzo giocatore, Lucifero, che ha la conoscenza, il potere e l'astuzia per tenere in scacco chiunque altro... e scombinare i piani e i programmi di tutti gli altri.

G: Lucifero appare nell’ultima scena. Per il suo modo di fare e il suo fisico, a cosa ti sei ispirata? 
A: L'aspetto fisico è quello di Tomi Joutsen degli Amorphis – magari un po' più alto! Il modo di fare... non ho avuto un'ispirazione in particolare, ho semplicemente lasciato fare al personaggio e l'ho osservato. E devo dire che Lucifero ha ingannato anche me: all'inizio nemmeno io avevo idea di quelli che erano i suoi veri piani, e mi era sembrato molto più simpatico di quello che si rivela in realtà... Volevo che Lucifero fosse un contraltare di Mikael, simile a lui per quanto su fronti opposti: entrambi si ritengono i comandanti migliori, entrambi non si sentono secondi a nessuno, entrambi sono pronti a fare qualsiasi cosa per ottenere ciò che vogliono, entrambi sono vendicativi e non hanno la minima considerazione o interesse per gli esseri umani, che sono «inferiori». Solo che Mikael va dritto per la propria strada e non nasconde il suo odio o il suo disprezzo; Lucifero segue un percorso tortuoso, gioca con le parole («Il diavolo sta nei dettagli», mi ricorda lui), si diverte a ingannare gli altri, si gusta la vendetta un poco per volta, quando gli fa comodo sembra simpatico e affabile... prima di rivelarsi per quello che è.

G: A proposito della Dea, puoi darci qualche informazione in più sul suo ruolo nel secondo libro? 
A: La Dea deve restare sullo sfondo, perché non volevo diventasse un... deus ex machina. Normalmente non interviene in ciò che accade, è un'incarnazione del divino più antico, immutabile e allo stesso tempo multiforme. Gli ibridi, che sono al di fuori delle leggi naturali sempre esistite, sono per lei una curiosità e un interessante motore del caos... e quando Lucifero va oltre i limiti che lei gli avrebbe concesso, allora la Dea rimette in campo proprio gli ibridi per risistemare un po' le cose. Lei si presenta come una semplice spettatrice, e i personaggi stessi la percepiscono come una forza inquietante, che si diverte a osservarli faticare. In realtà, la Dea è meno indifferente di quello che sembra... ma è una divinità: non percepisce cose come il tempo, la vita, la morte come le percepisce un essere umano. È per questo che sembra aliena, in un certo senso, e fredda, ma io credo che sia solo diretta. E, certo, si diverte davvero a osservare quello che accade, ma è così strano? Cos'altro hanno da fare per passare il tempo, gli dèi? E se è vero che né la vittoria né la sconfitta di Lucifero la turberebbero più di tanto, è anche vero che trova senz'altro più simpatici gli ibridi, anziché gli angeli puri come Mikael – o lo stesso Lucifero, che pur se caduto è, per carattere, presunzione e mancanza di empatia, fin troppo simile a Mikael stesso.

G: Saluta i nostri lettori con una citazione tratta da “Angelize” o “Angelize 2-Lucifer”, la tua citazione preferita in assoluto.A: Posso citare una frase da Angelize II – Lucifer che per me è sempre stata emblematica di uno dei «noccioli» del romanzo: «Che ti piaccia o no, devi sporcarti, soffrire con loro, metterti sul loro piano, per aiutare le persone. È quando le guardi dall’alto in basso che la visione è distorta.» Un saluto a te e a tutti i lettori e grazie per la chiacchierata, alla prossima!

Bene, leggete i libri di Aislinn e commentateli nei post a lei dedicati nel mio blog, a presto lettori! La vostra blogger preferita va a cibarsi prima di dedicarsi ai suoi telefilm preferiti. 

Giada

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